A differenza di quelli minerali, i lubrificanti sintetici non provengono dal petrolio greggio, ma sono formulati da derivati del gas e altri materiali di base.
Attraverso il processo di polimerizzazione, infatti, le loro molecole vengono letteralmente “costruite da zero”, offrendo una serie di vantaggi in termini di performance e garantendo proprietà più sicure e coerenti, con cicli di vita decisamente più prevedibili rispetto a quelli naturali.
Ma perché conviene utilizzare i lubrificanti sintetici?
Il vantaggio probabilmente più comune e apprezzato da parte dei fan dei lubrificanti sintetici, è certamente la durata in servizio, decisamente più lunga rispetto a quella dei fluidi minerali.
Questo dipende dalla consistenza dei polimeri che lo compongono, più stabili e in grado di garantire un film lubrificante più persistente in condizioni di esercizio estremo, grazie all'intrinseca capacità di limitare la degradazione ossidativa.
A questo si aggiunge il loro indice di viscosità molto alto, che consente ai lubrificanti sintetici di variare meno agli sbalzi termici, offrendo un grande vantaggio in termini di gestione e operatività, non dovendo necessariamente cambiare i gradi di viscosità work in progress.
E a proposito di temperature, questi prodotti sono molto utilizzati anche per la loro resistenza al fuoco, con punti di infiammabilità più elevati rispetto agli equivalenti di olio minerale.
Vantaggi importanti, che dipendono anche dai benefici che i lubrificanti sintetici ottengono dalla combinazione con gli additivi con cui vengono formulati.
E quali sono i “punti deboli” dei lubrificanti sintetici?
Anche se non rappresenta un “punto debole” in termini di performance o formulazione, uno dei più grandi svantaggi che hanno i lubrificanti sintetici per i consumatori è certamente il loro prezzo, più alto rispetto a quello dei prodotti minerali, ma in virtù di prestazioni e durate superiori (intervalli di cambio dell'olio prolungati, consolidamento del prodotto, riduzione di guasti dei macchinari ecc.).
Prima di passare ai lubrificanti sintetici, quindi, è importante consultare specialisti del settore che siano in grado non solo di creare il tuo prodotto realizzato sulle tue esigenze, ma anche analizzare tutti i tuoi processi per stilare un vero e proprio report con pro e contro della scelta, per analizzare se sia realmente conveniente e sostenibile per la tua attività passare ai lubrificanti sintetici.
Prima di introdurre una soluzione lubrificante sintetica nel proprio processo produttivo o all'interno di un componente elettromeccanico è opportuno verificare la potenziali incompatibilità con materiali o fluidi di processo che possono venirne a contatto.
Quante tipologie di lubrificanti sintetici esistono?
Partiamo da quelli che son considerati gli oli base sintetici più comuni, le polialfaolefine: miscelabili anche con oli minerali, hanno buone caratteristiche di demulsività e possono essere applicati in quasi tutti i tipi di apparecchiature.
Gli oli di polialchilenglicole, invece, sono unici nel loro genere, in quanto presentano una ridotta formazione di residui carboniosi quando vanno incontro a degradazione termica, vengono solitamente utilizzati per la formulazione di oli compressori e refrigerazione, fluidi per freni, oli per ingranaggi a vite senza fine e oli per turbine a gas. Garantiscono un basso coefficiente d'attrito a parità di viscosità.
Infine la famiglia degli esteri, molto apprezzati per la grande capacità di assorbire l’umidità e la fluidità che offrono alle basse temperature, avendo un alto indice di viscosità e un basso punto di scorrimento.
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