In questo articolo proveremo a sintetizzare caratteristiche e principi base sull’addizione lubrificante.
I fluidi base nella lubrificazione, siano essi oli minerali o sostanze sintetiche, in genere non possono soddisfare tutti i requisiti prestazionali richiesti ad un progetto industriale. Ogni dispositivo, macchinario o applicazione ha le sue peculiarità tecniche da rispettare e, di conseguenza, il lubrificante più idoneo non può prescindere da una formulazione “personalizzata” al fine di raggiungere gli standard operativi e prestazionali richiesti.
Servono quindi degli additivi, sostanze chimiche sintetiche in grado di migliorare moltissimi parametri nei lubrificanti:
Ad un fluido base possono anche essere aggiunti più additivi e in quantità variabili da poche quantità per milione (ppm) fino a dosi pari o superiori al 20% del peso totale della formulazione. In questi casi l’azione combinata di più additivi può portare a diversi risultati:
In altri casi ancora un additivo può presentare effetti multifunzionali, riducendo la possibilità che più additivi interferiscano negativamente a vicenda.
Va comunque precisato che alcuni effetti dei lubrificanti non possono in alcun modo essere contrastati o soppressi dall’uso di additivi: volatilità del fluido, proprietà di rilascio dell'aria, stabilità termica, conduttività termica, comprimibilità o punto di ebollizione ecc.
In più, per ottenere un’ottimale formulazione di lubrificanti ad alte prestazioni, oltre agli additivi è consigliato (e sempre più frequente) l’uso di fluidi base di alta qualità e prodotti altamente raffinati e idro-trattati.
Gli additivi per lubrificanti possono essere classificati in base a diversi aspetti.
Importante e utile per la comprensione degli additivi è la differenziazione che prende in considerazione quale parte del tribosistema è influenzata dall’additivo stesso.
Sulla base di ciò possiamo quindi distinguere:
Si usano ad esempio nei lubrificanti per la lavorazione dei metalli per evitarne usura o saldatura, o nella lubrificazione idrodinamica in macchine e dispositivi industriali che presentano componenti o superfici a contatto e sottoposte a sollecitazioni reciproche o a forze elevate in fase di movimento (additivi per oli motore, fluidi idraulici o grassi lubrificanti).
I modificatori dell'attrito funzionano a temperature alle quali gli additivi antiusura e per pressioni estreme non sono ancora reattivi. Quindi, possono essere considerati dei blandi additivi antiusura o per pressioni estreme che operano a temperature e carichi moderati nell'area di inizio attrito misto. Sono usati per prevenire vibrazioni e rumori di tipo stick-slip (tipici nell’attrito radente).
Gli inibitori di corrosione sono utilizzati in quasi tutti i lubrificanti per proteggere le superfici metalliche dei macchinari o per la lavorazione dei metalli o semilavorati metallici esposti ad umidità e ossidazione o ad agenti aggressivi. L'olio base forma una sorta di strato protettivo sulla superficie metallica. Ma in generale questo non è sufficiente soprattutto quando si utilizzano oli altamente raffinati senza inibitori naturali. Quindi sono necessari additivi anticorrosivi.
Il tuo lubrificante richiede additivi specifici per ottimizzare le performance del tuo progetto o macchinario? Raccontaci le tue esigenze e richiedi una campionatura di prova.